Un sogno chiamato Safari: perché fare un safari in Tanzania
“Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia”. Ernest Hemingway
Quando penso all’Africa e più in particolare all’ultima volta che l’ho visitata, nel novembre 2018, durante il mio safari in Tanzania, sono pervasa da emozioni allo stato puro. Il sogno di una vita, da quando davanti ad un mappamondo rimanevo a lungo incantata puntando il dito sul quel paese a forma di cuore, sulla scia dei ricordi di film e documentari sul continente africano. Sognavo già da piccola il mio primo safari.
E quando, il primo giorno, ho messo piede nel primo parco, il Tarangire National Park sono tornata, con le sensazioni, a quella bambina che sognava l’Africa e che per la prima volta osservava, con occhi ammirati e stupiti, gli animali allo stato brado e una natura incontaminata. Difficile da spiegare a parole.
La peculiarità del parco è il paesaggio meraviglioso dominato da baobab, anche se deve la sua fama per il numero di elefanti. Nonostante sia considerato una meta meno prestigiosa rispetto ai suoi celebri vicini, questo parco è comunque imperdibile: ci sono zebre, bufali, giraffe, antilopi, persino i leoni, ma più rari, al contrario dei molti elefanti che sicuramente puoi incontrare nella foresta di baobab.
Ricordo la grazia delle giraffe, l’eleganza delle zebre, la leggerezza delle antilopi, la velocità dello struzzo, la ferocia di iene e avvoltoi avventate su carcasse di ciò che era rimasto di altri animali. Con la meraviglia assoluta negli occhi, affascinata dalla bellezza di un paesaggio selvaggio, brullo, costellato da macchie di vegetazione di arbusti verdeggianti e nuvole impresse in un cielo terso di un azzurro intenso. Benvenuti in Africa!
COME È COMINCIATO IL MIO SAFARI IN TANZANIA
Partiamo dall’inizio. Con la mia valigia (ricorda, mai valigia rigida, meglio una morbida o semirigida) e poco da portare con me (durante un safari non hai bisogno di nulla di impegnativo) sono partita da Milano con un comodo volo Ethiopian; dopo uno scalo nel particolarissimo e tipico aeroporto di Addis Abeba in Etiopia, siamo atterrati all’aeroporto internazionale del Kilimanjaro e abbiamo trascorso la notte ad Arusha.
Durante la sera puoi stare comodamente vestito come di giorno: pantaloni lunghi e camicie di cotone o lino, colori meglio se neutrali che si confondono con la vegetazione.
Il giorno dopo è iniziato il nostro safari in Jeep 4×4 in direzione del Tarangine National Park. Un game drive all’interno del parco con i nostri fantastici Rangers super connessi tra loro per comunicare in caso di avvistamento degli animali.
Qui mi sento di darti un consiglio importante se vuoi organizzare un safari: no al fai da te! I Rangers sono persone esperte e sanno esattamente dove portarti per avvistare gli animali, oltre al fatto che all’interno dei parchi è molto difficile orientarsi. Ricordo ancora una coppia di australiani che si era persa e che i nostri Rangers hanno aiutato a ritornare all’ingresso del parco! Affidarsi a guide esperte ritengo sia il modo migliore per godersi un safari e ottimizzare al massimo i tempi visto che le cose da vedere e vivere sono davvero tante.
IL CRATERE DI NGORONGORO, UNA DELLE MERAVIGLIE DEL MONDO
La vera magia nel mio cuore è avvenuta il secondo giorno di safari, alla vista del Cratere del Ngorongoro che, a mio avviso, è una delle meraviglie del mondo. Ngorongoro in lingua swahili significa “burrone profondo”: è infatti una grande caldera vulcanica che si trova all’interno dell’omonima Riserva Naturale, dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Siamo nella Tanzania del nord, in uno degli habitat più incredibili al mondo. Questa estesa e ininterrotta caldera costituisce infatti uno spettacolo unico per la particolarità dei paesaggi e delle ambientazioni ed è popolata da un’incredibile varietà di animali simbolo del continente.
Appena giungerai al bordo del cratere, la vista che si aprirà davanti ai tuoi occhi ripagherà tutti i sobbalzi in jeep 4×4 lungo la strada dissestata che porta all’area di conservazione. Un mondo senza tempo in uno spazio incontaminato, una caldera di 264 Kmq che mostra, agli occhi stupiti di chi la osserva, una profondità e un senso di libertà che riempiono il cuore di gioia e gratitudine. Torrenti, paludi, laghi e tratti di savana si alternano a macchie di acacie, chiazze di foresta e tratti più aridi. Qui la natura si è superata!
Scendere all’interno del cratere è come tornare indietro nel tempo, quando la natura era la padrona assoluta. L’atmosfera è magica: una vallata brulicante di vita e di pace assoluta che accarezza la tua anima. La concentrazione di animali credo non abbia eguali nel mondo perchè, data la particolare conformazione della caldera, sono rimasti naturalmente protetti e racchiusi all’interno della cratere. Lo spettacolo continua con gnu, bufali, ghepardi, zebre, iene e una grande varietà di uccelli tra cui migliaia di fenicotteri rosa, poiane, falchi, struzzi, aquile.
Il cratere offre tutto ciò di cui hanno bisogno gli animali, una sorta di paradiso terrestre, anche se può diventare luogo di sanguinose lotte per la sopravvivenza. In questo Eden ci sono tutti gli animali della savana, a parte le giraffe, che non riescono a scendere lungo le pareti del cratere. Gli elefanti non sono numerosissimi, i leopardi sono rari anche se con un po’ di fortuna è possibile avvistarli.
Ricordo ancora, tra le varie scene a cui ho avuto la fortuna di assistere, la battaglia tra due struzzi per la conquista della femmina: la rincorsa sfrenata, la battaglia e la femmina che intanto si allontana, in attesa di scoprire chi sarà il fortunato. Sono scene che abbiamo visto decine di volte alla tv nei documentari ma ti assicuro che assistervi dal vivo, viverle, è un’emozione (e un ricordo) che ti resta tatuata nell’anima.
Per chi ama la wildlife, questi sono momenti in cui l’emozione è alle stelle.
I CANTI E LE DANZE DEI MASAI
Il nome del Cratere di Ngorongoro deriva dal nome che i Masai hanno dato a questa zona: El Nkoronkoro, che in lingua Maa significa “dono della vita ”.
Del resto un Safari in Tanzania rappresenta anche l’opportunità di ammirare le etnie locali. Infatti, quando la Conservation Area del Ngorongoro fu istituita nel 1959, ai Masai fu concesso di abitare queste terre e di muoversi liberamente su tutto il territorio. Gli unici limiti imposti furono il divieto di costruire villaggi all’interno del Cratere di Ngorongoro e di coltivare in modo permanente all’interno dell’area (è consentita solo una coltivazione di sussistenza).
Durante la stagione delle piogge i Masai si spostano nelle pianure aperte mentre durante la stagione secca si muovono verso le zone alberate e sui pendii delle montagne.
In occasione del mio safari ho visitato una delle tribù Masai che abitano l’area: ho visto con i miei occhi i loro usi, come vivono, le loro case e ho assistito rapita ad una lezione nella scuola del villaggio . Ho ballato e cantato con loro i rituali di accoglienza degli ospiti e ho acquistato braccialetti, cavigliere e collanine, tutto rigorosamente handmade. Preparati, non ti lasceranno andare via facilmente!
Il mio Safari è continuato con la visita al Lake Manyara dove abbiamo trascorso l’ultima mattinata prima del rientro per il nostro “mini volo” verso l’isola di Zanzibar (ma di questo vi racconterò in un altro articolo). Il parco nazionale del lago Manyara è unico, in quanto boscoso. Si tratta di uno dei pochi posti al mondo dove si possono vedere i leoni tra gli alberi, una delle particolarità di questo parco. Il lago attira una moltitudine di animali che si possono facilmente osservare. Il parco ospita anche una delle più grandi concentrazioni di scimmie del mondo! Fate attenzione alle bande di babbuini, che sono a volte numerose… e potenti!
Per organizzare un safari, oltre naturalmente alla conoscenza del luogo, è importante conoscere altri aspetti che possono fare la differenza. Per cui ecco qualche consiglio per un safari al top!
FARE UN SAFARI IN TANZANIA: DOVE
Durante il mio safari mi sono concentrata su alcuni dei principali parchi del nord, dal Tarangire National Park alla Conservation Area di Ngorongoro fino al Lake Manara National Park. Quelli a nord della Tanzania sono sicuramente i parchi più richiesti, che puoi visitare a bordo di una Jeep con lo stesso ranger dall’inizio alla fine del safari.
In Tanzania esistono anche altri parchi, altrettanto spettacolari, verso Sud: hanno il solo svantaggio che devono essere raggiunti in aereo per poi muoversi, in loco, con veicoli stanziali. Per questo motivo, per un primo approccio alla Tanzania e alla sua natura incontaminata, consiglio vivamente un safari tra i parchi del nord.
Ho fatto il safari nel novembre 2018, nel mese delle piccole piogge. Ma qual è il periodo migliore per un safari in Tanzania?
FARE UN SAFARI IN TANZANIA: QUANDO
Il clima è sempre una grande e importante incognita nella scelta del periodo migliore per viaggiare. A tal proposito ricordo sempre ai miei viaggiatori che non esiste in assoluto un periodo migliore per fare un safari in Tanzania: infatti tendenzialmente è possibile farlo tutto l’anno, date le temperature più o meno stabili (a seconda anche delle altitudini) e le due stagioni principali (ma attenzione, le condizioni climatiche, come ben sappiamo, si stanno modificando notevolmente negli ultimi anni), quella delle piogge (marzo e aprile) e la stagione delle piccole piogge a novembre.
Vuoi programmare il tuo viaggio in modo da osservare la fauna selvatica durante la grande migrazione (primi di settembre – primi di ottobre, anche se dipende dalla quantità di pioggia che è caduta nei mesi precedenti)? Puoi farlo tutto l’anno perché gli animali all’interno di questo ecosistema sono sempre in movimento, per cui ogni periodo dell’anno è adatto per osservarla, scegliendo naturalmente i parchi e le zone giuste in base a quello che si vuole osservare. Se poi vuoi assistere a specifici spettacoli della natura, mi sento di consigliarti un periodo particolare per vedere la grande migrazione, tra gennaio e febbraio quando, nell’area più meridionale del Serengeti, al confine con Ngorongoro Reservation Area, nelle notti di luna piena, tutte le gnu gravide mettono al mondo contemporaneamente i cuccioli. Uno spettacolo magico!
L’ESPERIENZA UNICA DI DORMIRE IN UN LODGE NELLA NATURA
A conclusione di un viaggio così straordinario, non posso non consigliarti di dormire in un lodge o campo tendato all’interno dei parchi. Si tratta di strutture piccole che quindi ti permettono di essere completamente immerso nella natura. E di notte stare sveglio, per sentire i rumori degli animali e se si è fortunati,, perché no, fare qualche avvistamento notturno (sempre guidato). L’emozione indescrivibile di fare colazione con a pochi metri un leone sdraiato è qualcosa che rimarrà per sempre scolpito nella tua memoria, soprattutto se sei un amante della natura sconfinata e più selvaggia.
Stai pensando ad un viaggio per i prossimi mesi? Affidati nelle mie mani, ti aiuterò a organizzare il tuo safari in Tanzania!
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